La Parrocchia

BREVI CENNI SULL’ORIGINE DELLA PARROCCHIA

DI S. BRIGIDA DI SVEZIA

A PALMAROLA

ROMA

Nei ricordi di Don Antonio Ciamei

Come parrocchia S. Brigida è stata eretta solo nel 1983, ma le sue origini risalgono al 1972.
Intanto tutta la comunità cristiana di Palmarola non è nata perché è stata eretta una parrocchia, ma è nata dai cristiani e sacerdoti che riscoprendo la ricchezza di essere figli di Dio, salvati e redenti dal Sangue preziosissimo di Gesù Cristo, si univano e volevano vivere il loro cristianesimo e annunciarlo ai loro fratelli.
Un gruppo di sacerdoti dell’istituto secolare sacerdotale Apostolici Sodales, avendo fatto una considerazione che spesso il cristianesimo veniva annunziato in Roma solo ad un certo ceto sociale un po’ elevato, si misero d’accordo per impegnarsi a portare questo annunzio dell’amore del Signore dove difficilmente poteva arrivare per tanti motivi (stavamo negli anni ’70 dopo la contestazione del ’68 e si erano create vere e proprie barriere nella comunità umana).

Questo gruppo di sacerdoti quasi tutti romani, andarono dal Cardinal Vicario a chiedere il permesso di formare una comunità di sacerdoti, liberi dal sevizio parrocchiale per andare ad annunziare l’Amore del Signore negli ambienti più difficili. Il Cardinal Vicario, allora Card. Angelo Dell’Acqua, ci mandò dal Vice gerente Sua Ecc.za Mons Ugo Poletti, il quale dopo aver riflettuto alcuni giorni ci disse che non poteva distaccarci dal servizio parrocchiale, ma se volevamo potevamo fare questa esperienza prendendo una parrocchia che avrebbe creato lui, in una località dove non voleva andare nessuno e dove non c’era niente di costituito, però solo per Don Salvatore Boccaccio e per Don Antonio Ciamei, gli altri potevano venire ad aiutarci quando potevano e volevano . Naturalmente abbiamo accettato e Don Salvatore e Don Antonio sono venuti a Palmarola il 1 e 2 ottobre 1972, il primo venimmo fisicamente il due celebrammo la prima Messa nell’appartamento al secondo piano di Via Casal del Marmo 326, con le Oblate Apostoliche del Movimento Pro Sanctitate, nostre sorelle .
I locali, oltre l’appartamento dell’abitazione, era una cantina di cento metri quadrati, diciannove gradini sotto il livello stradale, che prendeva aria e luce solo dalla porta d’ingresso.
Ma la cosa più bella però era un’altra, a parte il lavoro che era già stato svolto da Don Emilio, tanto amato dalla gente del posto, religioso dei sacerdoti di Pia Marta che guidava la Parrocchia dei SS. Ottavio e Cc. Martiri, trovammo tanti cristiani sparsi perché da qualche anno erano stati “contaminati” dall’esperienza del Cursillo di  Cristianità, sostenuti e animati dalla comunità cristiana di Monte Arsiccio guidata dai stupendi sacerdoti dell’ordine religioso dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria: P. Matteo, P. Francesco (per gli amici Pacho), P. Gesù. Erano cristiani veramente “gassati” dall’amore di Gesù!

Infatti la prima domenica siamo stati invitati a celebrare la Messa dove si riunivano : nella casa che stava costruendo un certo Giovanni che però poteva dare solo il piano terra tutto aperto ai venti e al freddo. La ricordo come la Messa più bella perché c’era tutta la gioia di stare con Gesù, e i fratelli si sentivano veramente fratelli perché Gesù li univa!
E questa casa di Giovanni era ed è tutt’ora nella zona di S. Brigida.
Abbiamo vissuto in questa maniera il concetto bello che oltretutto è descritto nel Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium: che la Chiesa è la comunità dei Cristiani che vivono uniti in Cristo e si lasciano guidare dai loro pastori.
Naturalmente abbiamo continuato su questa linea facendo propaganda di questa bellissima esperienza, che anche noi sacerdoti, quasi subito abbiamo fatto diventandone animatori a nostra volta.
Nel frattempo Palmarola si era divisa in tre zone, quella che è adesso S. Brigida, che noi chiamavamo “Palmarola alta”, quella centrale a cui la diocesi aveva dato il nome del Santo: “S.Ilario“, e l’altro locale, che avevamo preso in affitto, che chiamavamo “258” perché era il numero corrispondente sulla strada di Via Casal del Marmo, che oggi corrisponde alla parrocchia di S. Massimo di Via Boffito.

Erano tre zone ma questi cristiani che si lasciavano coinvolgere dal Cuore di Cristo, si sentivano un’unica famiglia che aveva un cuore che batteva all’unisono: conoscere meglio Gesù, vivere con Lui e desiderare di portarlo a tutti! I nostri incontri erano la S. Messa che celebravamo in queste tre realtà animate dai cristiani usciti da questa esperienza del Cursillo e condividevano la fraternità con tutti quelli che venivano, e in più organizzavamo nelle varie zone incontri di preghiera molto semplici per vivere la nostra fede. Un’altra esperienza che nel frattempo ci entusiasmò cristianamente fu nel ‘74 l’esperienza dell’Incontro Coppie, anche questa sostenuta dai Missionari dei Sacri Cuori, in modo particolare da P. Matteo. I cuori di Gesù e di Maria si prendevano cura dei propri figli, non ci hanno lasciato mai! Fu anche questo un tripudio di forza di fede e di grazia! Naturalmente aumentavano le possibilità d’incontrarsi nel Signore, con la sua Parola e con i fratelli. Anche il movimento carismatico si affacciò nella nostra zona, che contaminò all’inizio un gruppo di giovani. Se non sbaglio, nel ’77 ci venne in aiuto anche l’esperienza del Corso di Vita Cristiana per i giovani, che ancora oggi è il fiore all’occhiello della Comunità di S. Brigida. Anche questa esperienza sostenuta dai Missionari dei Sacri Cuori, soprattutto da P. Pacho e da P. Gesù, però tutti i sacerdoti lavoravamo insieme e la gente ci vedeva uniti ed era una grande testimonianza, aiutando così tutti i cristiani ad essere un cuore ed un anima sola nel Signore! E’ chiaro che non tutto era perfetto e nessuno di noi si sentiva perfetto, ma tutti in cammino con Lui. La zona che oggi è S. Brigida, ebbe un dono particolare perché nel ’75 vennero ad abitare tra la gente di Via Rovato le Suore Serve di Maria Riparatrici: Suor Sira, Suor Michela, Suor Concetta, Suor Agostina e Suor Maria Grazia. Anche loro si adeguarono al cammino della comunità cristiana, non solo sostenendo le varie esperienze, ma consegnando, senza far niente di speciale, la loro vita consacrata sentendosi sorelle di ogni situazione. Mi ricordo che quando mi chiesero che dovevano fare nella parrocchia, io risposi: “ Niente!” “Vivete la vostra consacrazione e consegnateci il vostro carisma!”. Ogni famiglia della zona porta un grato ricordo di queste sorelle che poi sono andate ad abitare a Via del Fosso del Santo Spirito, diventando centro di tanti incontri. Purtroppo, non avendo più suore da mandare hanno dovuto lasciare la zona. All’inizio ci hanno molto aiutato le Suore Canossiane, poi anche le Maestre Pie Filippini, e le Suore del Sacro Costato. Nel ’76 le giovani del Movimento Pro Sanctitate con le Oblate Apostoliche fecero una Missione in tutta la zona, dopo nella zona di Palmarola alta la Sig.ra Antonella Maresca , Oblata Apostolica Pro Sanctitate, è continuata a venire per alcuni anni. Il catechismo cercavamo di farlo nelle famiglie, ma per le cerimonie più importanti: matrimoni e Prime Comunioni e Cresime, adoprammo la prima volta la chiesa di S. Giuseppe, che ora è stata chiusa, ci era stata consegnata per attivarla dai figli del Sindaco di Roma Rebecchini, era un exvoto di ufficiali della Guardia di Finanza che miracolosamente erano stati salvati dalla fucilazione dei tedeschi, però non siamo riusciti ad attivarla perché troppo lontano dall’abitato e la strada era molto pericolosa. Invece nel ’74 terminò la chiesa del Cottolengo che già era in mezzo a noi come Istituto per i “Buoni Figli“ e quasi subito diventò il centro di volontariato di tante mamme. Alcune suore del Cottolengo si attivarono per mandare avanti una cappellina nel Podere Buccari (si chiamava così tutta la zona dietro il Cottolengo) con un sacerdote che veniva dai Padri Calasanziani portato dalle Suore dell’Amore di Dio che stanno a Torrevecchia, perché anche con loro alcuni cristiani di Palmarola animavano l’Incontro Coniugale che si stava sviluppando nella zona di Torrevecchia.

Mentre i momenti più impegnativi si vivevano nella chiesa del Cottolengo, il ciabattino di Via Brumano ci affittò il suo locale di centodieci metri quadrati e dopo alcuni lavori artigianali per sette anni fu la sede dei cristiani di Palmarola alta. Nel frattempo Don Salvatore si dedicò all’Opera Romana Pellegrinaggi e quindi non fu più presente a Palmarola, però venne a stare con noi Don Piero Pennacchini e quando andò via lui fu mandato nel ’77 Don Guido Peressini come vice parroco, perché nel frattempo S.Ilario era stata eretta come Parrocchia, dal momento che prima era sempre Vice cura dei SS. Ottavio e Cc. Martiri. Con Don Guido ci dividemmo le cappelle io a Palmarola alta, e al 258 e Don Guido a S. Ilario.

Per dieci anni chiedevo al Cardinale che nel frattempo era diventato il Card. Ugo Poletti, la possibilità di comprare un terreno per costruire la chiesa, ma siccome era tutto abusivo l’ufficio non si decideva e rifiutava sempre le mie richieste. Finalmente nell’83 il cardinale ci dette il permesso di cercare o il terreno o il locale adatto per un luogo di culto decente. Un gruppo di laici si mise in ricerca e si trovò l’attuale locale di S. Ilario in Via Cologno Monzese. Nel frattempo Don Salvatore chiese al Cardinale di lasciare l’Opera Romana Pellegrinaggi e ritornare al lavoro pastorale parrocchiale, fu in questa circostanza che chiesi a Don Salvatore di ritornare a Palmarola facendo vita comune ma dividendoci la zona in due parrocchie, avendo accettato, abbiamo presentato la domanda al Cardinale, che però lui cambiò chiedendo a Don Guido di diventare parroco a Palmarola condividendo la nostra vita e dividendo Palmarola in tre parrocchie, avendo Don Guido accettato: a Don Guido abbiamo dato S. Ilario e a Don Salvatore Palmarola alta che, nella circostanza, fu messa sotto la protezione di S. Brigida di Svezia e a Don Antonio il 258 sotto la protezione di S. Massimo. Io dopo questa data, 1983, non ho seguito più S. Brigida, solo condividevamo le scelte di fondo . So che Don Salvatore si è attivato subito per trovare un ambito più grande e luminoso ed è l’attuale cappella in Via Luzzana. Dopo che si comprò dalla diocesi il locale tutti i fedeli si misero al lavoro per adattarlo a cappella. La comunità cristiana si organizzò a cantiere di lavoro, ognuno voleva fare qualche cosa per la propria chiesa. Chi il lavoro manuale, chi l’elettricista, chi il pittore, chi il falegname e tutti collaborarono economicamente. Don Salvatore era l’architetto, l’ingegnere e il capo mastro, fu un’esperienza bella che durò quasi due anni. L’altare fu studiato in maniera particolare. Noi con tutta quella gente che stava costruendo le loro case per le proprie famiglie e per quelle future dei figli, avevamo preso l’impegno di valorizzare il lavoro cercando di far capire all’uomo che collabora con Dio continuando la creazione con il lavoro e siccome spesso diventava motivo di morte e di sofferenza per le tante disgrazie a cui avevamo assistite mise una croce di ferro costruita con i tubi innocenti e sotto la cofana, per lo sfondo era riuscito a trovare dodici pietre colorate come base e sopra le altre, per indicare che la chiesa che porta Gesù, infatti sopra c’era il tabernacolo, è la chiesa fondata sugli Apostoli. Un amico di via Rovato aveva un grosso tronco a cui teneva tanto , non gli parve vero a Don Salvatore di chiederglielo come sostegno dell’altare: il simbolismo della vite e dei tralci diventava chiaro! Purtroppo nell’85 Don Salvatore fu richiamato dal Cardinale a fare il parroco a S. Luca e terminò l’esperienza di Don Salvatore a Palmarola. Con Don Paolo continuò l’esperienza della vita comune tra noi parroci. E Don Paolo mi fece vedere il nuovo locale di Via della Palmarola dove mise il gruppo Scout e le altre attività parrocchiali, rimanendo la Chiesa quella di Via Luzzana. L’altra storia non l’ho potuta condividere perché nell’89 sono andato via da Palmarola. Grato al Signore che nella mia vecchiaia posso ancora tornare a Palmarola accolto da P. Mattia vostro Parroco, a condividere l’esperienza del Corso di Vita Cristiana. Ringraziate sempre i Cuori di Gesù e di Maria che vi hanno sempre amato e generato!