
Ho partecipato al gruppo giovani di Santa Brigida dal 2000 al 2002 e ne porto ancora nel cuore il ricordo. Per me è stata un po’ la primizia del mio cammino di fede e della mia esperienza di Chiesa. Quando tutto ha avuto inizio, non avevo idea di cosa fosse un gruppo giovani, ma ricordo che la proposta mi entusiasmava per il semplice fatto che avrei stretto delle nuove amicizie. In realtà è stato molto di più. È stata la prima esperienza di condivisione: mi piaceva troppo stare in cerchio con i miei amici e parlare delle “cose di Dio”…il dubbio dell’altro metteva in discussione quella che io ritenevo una certezza e senza rendermene conto mi ritrovavo a “rendere ragione della speranza “ che è in me. E quando il buio oscurava il mio cammino la vicinanza dell’altro, la sua gioia nella Sequela di quel Qualcuno che credevo di non vedere più, mi aiutava a ritrovare la strada. È’ stata una vera e propria esperienza di comunione…un camminare insieme verso Dio, quel Dio che forse ancora mi sembrava davvero distante, ma verso il quale venivo condotta per mano. È’ stata un’esperienza di figliolanza. Nei vari conflitti, nelle tensioni, come anche negli entusiasmi adolescenziali, ritengo sia stata fondamentale la presenza costante di padre Mattia, che con pazienza ci ha stimolati a non disperderci, a non lasciarci travolgere dalle discordie o dalle cose vane, ma a tenere sempre fisso lo sguardo verso Colui per il quale tutto era nato e senza il quale il nostro stare insieme non avrebbe avuto lo stesso “gusto”. È stata un’esperienza di fraternità e oggi, che vivo in fraternità, ne sono ancora più convinta. È attraverso il gruppo giovani che ho capito che l’importante non è saper fare tutto, perché dove non arrivo io con i miei doni, arriva l’altro con le sue ricchezze.

Ancora mi fa sorridere il ricordo della prima festa parrocchiale…è stato bellissimo il preparare un piccolo spettacolo che altro non era se non il mettere al servizio della comunità ciò che ci piaceva fare. E allora c’era chi cantava, chi ci insegnava a ballare inventandosi delle coreografie adatte a tutti noi…e il risultato non era poi così importante…il bello è stato il costruire tutto insieme! Ed infine è stata un’esperienza di servizio. Ricordo che da subito, tra le varie attività c’era l’animazione della messa, ma ad un certo punto del cammino insieme, è nata l’esigenza di fare del volontariato. L’esperienza al Cottolengo e il servizio ai barboni della stazione Ostiense sono stati per me fondamentali. Penso che attraverso i volti di quei poveri, ho incontrato il Povero…in quel nulla io ho incontrato TUTTO! Nel 2002 ho scelto di non continuare il cammino di fede nel gruppo giovani…nel momento in cui ho vissuto questo passaggio non avevo idea di cosa stesse accedendo. Negli anni ho imparato a dare un nome a ciò che portavo nel cuore: avevo sete. Sete di Lui, sete della Sua sequela, sete di una radicalità di vita…quella sete che nel tempo mi ha portato a maturare la scelta di seguire Gesù più da vicino e di approfondire il mio cammino di discernimento nella Famiglia Francescana Alcantarina. Quel Povero che ho incontrato è quel Povero per cui voglio spendere la vita e quando nel mio cammino il deserto sembra sopraffarmi, quando tutto tace e il silenzio grida che tutto è inutile, il far memoria del gruppo giovani, dei ”primi atomici”, del mio principio, mi dà la forza di continuare a prendere il largo per gettare le reti, per vivere ogni giorno sperando nell’Insperabile e credendo nell’Incredibile! Con affetto e tanta voglia di riabbracciarvi tutti!
Flavia Di Pietro, POSTULANTE
Bari, 18/9/2010